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E Grillo se la prende con Dudù

La degenerazione della politica italiana compie un nuovo passo in avanti. Dagli insulti agli esseri umani si passa alla minacce agli animali degli avversari. Le parole di Beppe Grillo durante un comizio giovedì sera a Pavia scatenano un putiferio:  «Berlusconi è diventato fuori di testa con questo cagnolino, Dudù deve essere affidato alla vivisezione». E il leader del M5S continua: «Io ce l’ho un cagnetto così, ce l’ha mia moglie. Io detesto questi cani, perché i proprietari di quei cani non amano gli animali, non amano i cani, amano il proprio cane e detestano gli altri».   Immediate le reazioni della proprietaria di Dudù, Francesca Pascale, la compagna di Berlusconi,  che replica al “Corriere del Mezzogiorno”: «È una notizia che Grillo sia favorevole alla vivisezione. Non è una notizia che per lui ammazzare non sia un reato» riferendosi alla condanna per omicidio colposo dell’ex comico. A stretto giro anche il commento dell’animalista più nota di Forza Italia, Michela Vittoria Brambilla: «È un messaggio bruttissimo, che non fa ridere. Mi meraviglia molto, Grillo fa propaganda alla vivisezione e mostra di non sapere cosa sia l’amore per gli animali» scrive sulla sua pagina Facebook. Scende in campo anche la Lega Anti Vivisezione: «Siamo doppiamente stupiti per queste affermazioni da parte di Beppe Grillo» afferma all'Adnkronos Salute, Gianluca Felicetti, presidente della LAV. «Primo, perché non si può e non si deve augurare la morte, tantomeno sotto tortura, a nessuno, nemmeno ai cani che si ritengono essere amati solo come oggetto. Secondo - prosegue Felicetti - perchè Grillo si è notoriamente e pubblicamente schierato contro la vivisezione, dunque non può e non deve nemmeno per scherzo augurarla a nessun animale. Compreso Dudù, che non ha nessuna responsabilità, preferenza o colpa nell'essere finito in casa Berlusconi, dove fra l'altro - conclude - siamo sicuri che venga trattato bene, coccolato e amato». Nella serata di venerdì arriva l’atteso dietrofront di Grillo, consapevole del polverone mediatico suscitato: «Sono da sempre contro la vivisezione, sono molto affezionato al mio cane Delirio e auspico una partito-vivisezione attraverso la democrazia» scrive su Twitter.

Dudù nel mirino di Grillo: «Deve essere affidato alla vivisezione»

La degenerazione della politica italiana compie un nuovo passo in avanti. Dagli insulti agli esseri umani si passa alla minacce agli animali degli avversari. Le parole di Beppe Grillo durante un comizio giovedì sera a Pavia scatenano un putiferio:  «Berlusconi è diventato fuori di testa con questo cagnolino, Dudù deve essere affidato alla vivisezione». E il leader del M5S continua: «Io ce l’ho un cagnetto così, ce l’ha mia moglie. Io detesto questi cani, perché i proprietari di quei cani non amano gli animali, non amano i cani, amano il proprio cane e detestano gli altri».

Immediate le reazioni della proprietaria di Dudù, Francesca Pascale, la compagna di Berlusconi,  che replica al “Corriere del Mezzogiorno”: «È una notizia che Grillo sia favorevole alla vivisezione. Non è una notizia che per lui ammazzare non sia un reato» riferendosi alla condanna per omicidio colposo dell’ex comico. A stretto giro anche il commento dell’animalista più nota di Forza Italia, Michela Vittoria Brambilla: «È un messaggio bruttissimo, che non fa ridere. Mi meraviglia molto, Grillo fa propaganda alla vivisezione e mostra di non sapere cosa sia l’amore per gli animali» scrive sulla sua pagina Facebook.

Scende in campo anche la Lega Anti Vivisezione: «Siamo doppiamente stupiti per queste affermazioni da parte di Beppe Grillo» afferma all’Adnkronos Salute, Gianluca Felicetti, presidente della LAV. «Primo, perché non si può e non si deve augurare la morte, tantomeno sotto tortura, a nessuno, nemmeno ai cani che si ritengono essere amati solo come oggetto. Secondo – prosegue Felicetti – perchè Grillo si è notoriamente e pubblicamente schierato contro la vivisezione, dunque non può e non deve nemmeno per scherzo augurarla a nessun animale. Compreso Dudù, che non ha nessuna responsabilità, preferenza o colpa nell’essere finito in casa Berlusconi, dove fra l’altro – conclude – siamo sicuri che venga trattato bene, coccolato e amato».

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Tutti pazzi per l’Instant Messaging

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Tutti pazzi per l’Instant Messaging

Ecco la prima vittima dell’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook. Il social network manda in pensione il suo servizio di posta elettronica e punta sui messaggi. Il colosso del web – fondato da Mark Zuckerberg – ha deciso di chiudere il servizio che assegnava agli iscritti un indirizzo di posta ‘@facebook.com’, lanciato tre anni fa, perché poco utilizzato. Le e-mail inviate a quegli indirizzi verranno inoltrate all’indirizzo di posta elettronica con cui ci si è iscritti alla piattaforma.

E’ un periodo di grande fermento intorno alle app di messaggistica instantanea: fa discutere la crescita vertiginosa di Telegram, nata lo scorso agosto e che viaggia attualmente al ritmo di circa 5 milioni di nuovi utenti al giorno dopo il recente black-out di WhatsApp. La chat fondata dai fratelli Durov ha server in tutto il mondo per garantire più velocità nei tempi di consegna dei messaggi, che a loro volta sono criptati e possono anche essere programmati per autodistruggersi dopo un certo periodo di tempo dalla lettura, tipo Snapchat. Inoltre Telegram è “cloud based”, cioè si può accedere ai suoi contenuti da qualsiasi altro dispositivo o dal computer. E’ open source, è gratis e possono essere inviati file di qualsiasi dimensione anche a chat di gruppo, volendo anche segrete, con il limite massimo di 200 contatti.
Chi ha sempre puntato sulla messaggistica instantanea e ha fatto della sicurezza uno dei suoi punti di forza è BlackBerry con il suo BBM, lanciato nel 2005, e da qualche mese disponibile anche per le piattaforme iOS, Android e Windows. Nonostante il periodo difficile per la società canadese, è di ieri la notizia del lancio del servizio BBM Protected, per fornire una potente e sicura soluzione di instant messaging alle aziende. Infatti BBM punta ad essere la scelta migliore per gli utenti business che si rivolgono ad un servizio di messaggistica mobile per migliorare la loro produttività e la collaborazione attraverso le chiamate BBM Voice, one- to-one chat, multi-person chat o Gruppi BBM fino a 50 persone con la possibilità di chattare, condividere calendari, elenchi ed immagini. Gli utenti BlackBerry – non solo quelli aziendali ma anche i consumer – possono utilizzare BBM per le chiamate video, per condividere schermate e creare canali BBM privati ​​per la collaborazione e la condivisione.

Legge gomma, un click per cancellare il passato

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Legge gomma, un click per cancellare il passato

Foto sconvenienti, commenti dettati dall’ira, giudizi affrettati. Capita spesso – soprattutto agli adolescenti – di pentirsi dei contenuti caricati sul web, perché anche a distanza di anni immagini, post, tweet possono creare problemi in coppia, sul lavoro o con gli amici.

Per rimediare agli “errori di gioventù” sta per arrivare in California la “legge-gomma”, una norma grazie alla quale cancellare con un semplice click e in pochissimo tempo tutte le immagini postate sul web o le altre tracce lasciate  durante la propria attività digitale. La legge diventerà realtà nel 2015, inizialmente solo per i minori di 18 anni della West Coast americana. Jerry Brown, governatore del “Golden State”, ha ufficializzato che la norma entrerà in vigore dal primo gennaio del 2015; nel frattempo i siti e i colossi di internet avranno la possibilità di adeguarsi, inserendo nelle loro opzioni quella della cancellazione dei singoli dati. Sarà un incentivo importante per allinearsi a quanto offerto già da Facebook e Twitter.

Non mancano i dubbi sulla “Eraser law”, primo su tutti quello di comprendere se l’utente che richiede una cancellazione abbia effettivamente 18 anni e risieda in California. Da segnalare, inoltre, che il provvedimento non protegge gli utenti dalla ri-pubblicazione di contenuti da parte di terzi, il “pulsante” previsto avrà effetto soltanto su immagini, post e commenti messi direttamente online dall’utente che vuole rimuoverli.

Mentana & Saviano: coppia di comici (involontari)

Mentana e Saviano su Facebook

Mentana e Saviano su Facebook

Il direttore del Tg di La7 Enrico Mentana, avendo da tempo clamorosamente abbandonato Twitter, affida come di consueto a Facebook il suo pensiero sull’argomento del giorno: “Vediamo chi sarà il primo gonzo, politico o giornalista, a usare la Costa Concordia come metafora, per frasi geniali tipo ora raddrizziamo la nave Italia”.
Dopo poco spunta il ‘gonzo’, in questo caso nè politico nè giornalista ma scrittore: “Dietro la morbosità dei media nell’osservare le operazioni all’isola del Giglio, forse, c’è qualcosa di più profondo della speculazione sul disastro celebre. Sembra muoversi un impronunciabile sogno da subcosciente: se si raddrizza la nave, simbolo di un paese alla deriva che lentamente affonda, c’è speranza magari che si raddrizzi l’Italia e che torni a galleggiare“. L’autore del post su Facebook? Ma il superscrittore Roberto Saviano, naturalmente…
Tra l’altro anche in un italiano non propriamente scorrevole, ma agli scrittori idolatrati a sinistra è concesso questo ed altro.

Napoli, una città ‘scassata’…

Anm Napoli

Anm Napoli

Napoli, una città a piedi…nel vero senso del termine. E stavolta non c’entra la Ztl o il lungomare «libbbberato» del sindaco De Magistris. Da stamattina l’azienda di trasporto pubblico locale, Anm, ha comunicato su Facebook – che modernità – il blocco dei 350 autobus cittadini, non essendo più in grado di garantire l’acquisto di carburante necessario a far circolare gli automezzzi. I fornitori, che vantano circa un milione di euro di crediti, hanno deciso di chiudere i rubinetti dei rifornimenti. Per i napoletani, già sottoposti solitamente a scioperi selvaggi, strade colabrodo ed un ordinario traffico impazzito, si è rivelata una mattinata da incubo.
L’Autorità di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali ha dichiarato che «quanto si sta verificando questa mattina a Napoli dove molti bus sono fermi per la mancanza di soldi per i rifornimenti di gasolio, sta producendo un vulnus grave al diritto alla mobilità degli utenti, esattamente come avviene in caso di scioperi improvvisi».
Immediata la reazione di Anm: «Tutti i commenti di sdegno e rabbia sono comprensibili – scrive l’azienda napoletana sul suo profilo Facebook – perchè il nostro è un lavoro importante per la città e lo sapppiamo. La decisione di informare i clienti, consapevoli delle conseguenze, è stata una scelta di rispetto per le persone che utilizzano i nostri bus, come è una scelta di rispetto non dare informazioni positive se non ci sono o imprecise. Lo stesso rispetto lo chiediamo per coloro che lavorano in Anm e che, oggi ne è l’ennesima prova, si barcamenano tra mille difficoltà. stiamo lavorando per riportare la “normalità”».
Una città allo sbando totale, in dissesto finanziario, con un sindaco ormai proiettato unicamente sullo scenario nazionale. Questa è diventata la Napoli Arancione.
Luigi De Magistris la sera della sua elezione a sindaco dichiarò che avrebbe «scassato»… Ecco, non si può negare di aver tenuto fede alle sue parole: ha letteralmente scassato Napoli.

I pirati (del web) all’assalto di Sarkozy

Nicolas Sarkozy su Facebook

I pirati 2.0 stavolta colpiscono Sarkò.

La pagina ufficiale del presidente francese Nicolas Sarkozy su Facebook è stata presa di mira dagli hacker e sulla bacheca del famoso social network è stato postato un falso messaggio, in cui il capo dell’Eliseo sosteneva di «non volersi ripresentare alle prossime elezioni presidenziali del 2012». «Cari compatrioti, tenuto conto delle circostanze eccezionali che vive il nostro Paese, ho deciso in animo e coscienza di non ripresentarmi al termine del mandato nel 2012. Per spiegarvi questo gesto, vi invito a una grande manifestazione popolare». Un messaggio con evidenti errori ortografici, in cui il falso Sarkozy inseriva anche un link a un’altra pagina di Facebook. Nella pagina «Brindisi per l’addio di Nicolas Sarkozy», si dava appuntamento a «domenica 6 maggio 2012 tra le 19 e le 23.30 davanti al caffè Le Fouquet’s di Parigi», proprio il ristorante sugli Champs-Elysées dove Sarkò ha festeggiato la vittoria nel 2007. Poche ore e il giallo viene risolto. Il falso messaggio viene cancellato e viene inserita una dichiarazione di Sarkozy. «La mia pagina di Facebook – afferma il presidente francese – è stata piratata per ricordarmi forse che nessun sistema è infallibile». «Prendo nota della lezione di scrittura e di ortografia – continua con una certa ironia il vero Sarkozy – ma non sottoscrivo le conclusioni affrettate del messaggio».

Nell’era dei social network  per i personaggi pubblici si aggiunge una nuova preoccupazione. Virtuale, ma con ricadute molto reali.