Monthly Archives: gennaio 2013

Italiani matti per il mobile advertising

Mobile Advertising

Mobile Advertising

Il mobile advertising (la pubblicità su tablet e smartphone) tra il 2011 e il 2012 ha conosciuto un’espansione incredibile, tanto che ad esempio, sulle prime 100 aziende, ben 62 hanno già un’app per iPhone. Un business sicuramente da tenere d’occhio, soprattutto se si considera che il 40 per cento degli utenti degli smartphone clicca sulle pubblicità e 3 persone su 4 ne scaricano le app o accedono ai vari siti.

Secondo una ricerca dell’Osservatorio Mobile Marketing & Service della School of Management del Politecnico di Milano gli smartphone sono entrati a far parte delle abitudini degli italiani. Oltre la metà dei possessori di un cellulare oggi sono passati a questa nuova tecnologia e difficilmente torneranno indietro. Il 61 per cento di loro infatti trascorre più di un’ora al giorno su internet, collegandosi dal proprio dispositivo mobile.

Dati che fino a qualche anno fa erano impensabili, ma che oggi sono una realtà sempre più concreta. In una situazione del genere, è chiaro che per quelle aziende che scelgono di interagire con i clienti tramite questi dispositivi, le possibilità aumentano in maniera esponenziale. Con una crescita del 55% nel 2012, la pubblicità sui cellulari tocca i 90 milioni di euro, conquistando sempre più spazio sul digital (attualmente copre il 7% degli investimenti ma nel 2013 si stima arriverà a quota 10%). A fare ben sperare non sono solo le aziende (i cosiddetti top-spender hanno triplicato il numero di app), ma soprattutto i consumatori.

Secondo la fotografia scattata dall’Osservatorio Mobile Marketing & Service della School of Management del Politecnico di Milano, il 60% degli utenti utilizza di frequente gli m-site (i siti ottimizzati per i cellulari) e il 40% clicca sugli annunci pubblicitari. Più in generale, gli smartphone conquistano il 50% dei possessori dei cellulari, dieci punti in più rispetto al 2011. Incredibilmente l’Italia si conferma in questo campo migliore, anche se di poco, rispetto a Francia,  Germania e Spagna. Personal e geolocal saranno i trend su cui scommettere in futuro, mentre in termini di formati pubblicitari cresceranno il comparto Search e il Display Adv su app e mobile site. Spazio anche allo sviluppo di soluzioni graficamente più coinvolgenti, come i rich media (banner interattivi e coinvolgenti e video Hd a tutto schermo) e a una maggiore integrazione del mobile in iniziative cross mediali con forti sinergie anche con mezzi classici, come la televisione (si pensi, ad esempio, a pubblicità simultanee e integrate su tv e smartphone).

I numeri parlano chiaro e meriterebbero la giusta attenzione da parte delle istituzioni. Troppo spesso si sente parlare di Agenda Digitale e di internet veloce mentre la realtà è ben diversa: il digital divide in Italia è ancora forte e la rete mobile veloce ha gravi carenze fuori dalle grandi città. Di frequente accade che l’installazione di nuove antenne sia osteggiata e bloccata da enti locali e comitati civici.
E’ chiaro che il mobile advertising sarà la pubblicità del futuro ed avrà evoluzioni tecnologiche parallele a quelle dei device e del web. Per agevolare tutto ciò e le relative ricadute occupazionali bisognerebbe lavorare sugli incentivi al settore e sullo sviluppo della banda larga mobile. A chiederlo sono i milioni di italiani che ogni giorno utilizzano uno smartphone per collegarsi al web.

fonte: PubblicitàItalia

Napoli, una città ‘scassata’…

Anm Napoli

Anm Napoli

Napoli, una città a piedi…nel vero senso del termine. E stavolta non c’entra la Ztl o il lungomare «libbbberato» del sindaco De Magistris. Da stamattina l’azienda di trasporto pubblico locale, Anm, ha comunicato su Facebook – che modernità – il blocco dei 350 autobus cittadini, non essendo più in grado di garantire l’acquisto di carburante necessario a far circolare gli automezzzi. I fornitori, che vantano circa un milione di euro di crediti, hanno deciso di chiudere i rubinetti dei rifornimenti. Per i napoletani, già sottoposti solitamente a scioperi selvaggi, strade colabrodo ed un ordinario traffico impazzito, si è rivelata una mattinata da incubo.
L’Autorità di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali ha dichiarato che «quanto si sta verificando questa mattina a Napoli dove molti bus sono fermi per la mancanza di soldi per i rifornimenti di gasolio, sta producendo un vulnus grave al diritto alla mobilità degli utenti, esattamente come avviene in caso di scioperi improvvisi».
Immediata la reazione di Anm: «Tutti i commenti di sdegno e rabbia sono comprensibili – scrive l’azienda napoletana sul suo profilo Facebook – perchè il nostro è un lavoro importante per la città e lo sapppiamo. La decisione di informare i clienti, consapevoli delle conseguenze, è stata una scelta di rispetto per le persone che utilizzano i nostri bus, come è una scelta di rispetto non dare informazioni positive se non ci sono o imprecise. Lo stesso rispetto lo chiediamo per coloro che lavorano in Anm e che, oggi ne è l’ennesima prova, si barcamenano tra mille difficoltà. stiamo lavorando per riportare la “normalità”».
Una città allo sbando totale, in dissesto finanziario, con un sindaco ormai proiettato unicamente sullo scenario nazionale. Questa è diventata la Napoli Arancione.
Luigi De Magistris la sera della sua elezione a sindaco dichiarò che avrebbe «scassato»… Ecco, non si può negare di aver tenuto fede alle sue parole: ha letteralmente scassato Napoli.